takebackblackfriday

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Il 29 novembre nelle nostre botteghe non troverete nuovi sconti, non vi inviteremo ad acquistare di più.

Il commercio equo e solidale si basa su relazioni paritarie, al giusto prezzo, con bassa intermediazione e soprattutto stabili e continuative con i produttori. Questa continuità cerchiamo di offrirla “adottando un progetto”, e cioè acquistando in modo continuativo un prodotto, spesso ad uso quotidiano, proprio per garantire al produttore una pianificazione sostenibile ed equa del lavoro e della produzione, senza eccessi. Cerchiamo di evitare sbalzi significativi, la spinta a sovrapproduzione, a modalità intensive nella organizzazione del lavoro e delle risorse, che non tiene conto del ciclo naturale in agricoltura, disinnescando la spinta a sfruttamento e uso non sostenibile delle risorse.
E’ quello che chiediamo ai nostri soci ed ai clienti delle botteghe.

L’evento del Black Friday è cresciuto con numeri sorprendenti negli ultimi anni, in particolare negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna (+ 20% nel 2018 rispetto all’anno precedente) ma si è diffuso rapidamente anche in Italia. Negli Stati Uniti lo scorso anno il valore delle vendite in quel giorno ha superato i 6 miliardi di dollari, a cui si sono aggiunti i quasi 8 miliari del successivo Cyber Monday, la versione on line del Black Friday, il record di vendite on line di tutti i tempi.

Ma chi paga tutto questo? Su chi si scaricano le nostre scelte di consumo?

Il messaggio del Black Friday ci sottopone ad una pressione esasperata da parte di grandi multinazioni, brands e grande distribuzione per consumare di più, spendere più in fretta, e non chiederci degli eventuali impatti negativi sul pianeta dei nostri acquisti. Anche i piccoli rivenditori e negozi sono schiacciati in questa logica, tra l’altro non necessariamente di successo nel lungo periodo per il piccolo negoziante. Una strategia mordi e fuggi che non aiuta a costruire una relazione sana con il cliente, che in certi casi non vedremo rientrare in quel negozio prima del prossimo Black Friday.

Non stiamo suggerendo una decrescita felice, ridurre le scorte di magazzino fa bene a tutti, ma abbiamo iniziato un percorso tra i nostri volontari e i nostri soci che intende innanzitutto porsi delle domande, approfondire e sensibilizzare. Quali sono gli impatti in termini ambientali di un giorno che induce i grandi marchi a giustificare una sovrapproduzione continua, spesso poco attenta alle condizioni dei lavoratori nelle catene di fornitura, caratterizzate da bassa trasparenza?

Sempre negli Stati Uniti, è stimato che circa 164 milioni di persone hanno pianificato di fare shopping questo fine settimana (Nation Retail Federation). Molte di queste si rivolgeranno al settore del fast fashion, capi di abbigliamento che difficilmente saranno utilizzati per più di una stagione, andando ad aumentare i circa 30 chili di spazzatura gettata via tra abbigliamento e tessile in genere che in media già ogni anno produce un cittadino americano (Council for textile recycling).

L’agenda politica nazionale e regionale non sta toccando questi temi con sufficiente coraggio. I meccanismi di tassazione, incentivazione e disincentivazione in realtà servono proprio a questo, a dare corpo al futuro che immaginiamo insieme, e così indirizzare le politiche industriali, dal packaging ai trasporti. Vanno però accompagnati con misure per salvaguardare l’occupazione, per consentire alle filiere coinvolte di migrare verso soluzioni di imballaggio e produzioni più corrette sotto il profilo ambientale. Ma la ricerca continua del consenso sta portando ancora una volta a smorzare l’impeto del legislatore, per accontentare tutti.

Ancora una volta la società civile, singoli individui ovvero associazioni e progetti, sono più avanti della politica, e si fanno carico, a volte a proprie spese, della tutela del bene comune.

Riduci, riusa, ricicla, ed acquista consapevolmente.

Rimini esprime già tante iniziative in questo senso. I gruppi di acquisto solidale, Poco di buono, Gas Equosud, I Custodi del Cibo di Casa Madiba, Mani Tese Rimini, Ciclofficina, le botteghe Pacha Mama, Lazzaro, sono solo alcuni esempi.

Per questo anche quest’anno non vi presenteremo nuove offerte per il Black Friday!

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